TERAMO – «No all’accorpamento con L’Aquila»: è questo il coro unanime dei dipendenti della prefettura di Teramo che questa mattina si sono incontrati in una riunione indetta dai sindacati Cgil, Cisl e Uil e a cui ha partecipato anche il sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, con tanto di fascia tricolore, a testimoniare la presenza ufficiale a sostegno della ‘rivolta’. «C’è molta preoccupazione – ha commentato Giovanni Sbraccia della Uil – perchè abbiamo letto dallo schema di decreto della previsione di accorpamento con L’Aquila e dunque di un arretramento dello Stato dal territorio ma non si parla mai dei lavoratori, del personale…» E proprio loro hanno incontrato il sindaco e ascoltato i sindacalisti, in attesa di sviluppi che coinvolgono non solo il personale del Palazzo di governo con 65 dipendenti tra comparto e dirigenti, ma anche i 30 amministrativi della questura di viale Bovio e l’organico della pubblica sicurezza in quanto questura, ovvero circa altre 250 persone. «Una ipotesi alternativa potrebbe essere quella di perdere la figura del prefetto ma di mantenere gli uffici territoriali e del relativo personale – dice Pino Cirillo della Cgil -». «Questa situazione è vergognosa – ha commentato il sindaco dopo l’incontro – anche perchè non si capisce quali siano i criteri alla base delle soppressioni: in Abruzzo scompaiono due prefetture, nelle Marche nessuna, perchè Fermo non è mai nata come prefettura. Ma quello che più preoccupa, oltre al problema dei posti di lavoro, è il presupposto alla base, cioè c’è qualcuno che vuole minare la sicurezza dei cittadini».
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